Do operaísmo à autonomia na filosofia de Antonio Negri : por um perspectivismo e um aceleracionismo das lutas

Abstract

This thesis proposes an analysis of the operaist (workerist)-autonomist thought of Antonio Negri, aiming to demonstrate that the operaist method of analysis, developed by Negri and other thinkers in the 1960s and 1970s in Italy, is an appropriate Marxian methodological tool for studying internal transformations, both in terms of class composition and subjectivity, and structural transformations of capital, consequently being able to analyze mutations, discontinuities, ruptures, and breaks in forms of struggle, the subjects embodying these struggles, and modes of conflict in capitalism. Our aim is to show that Italian operaism (workerism) constituted a worker and proletarian perspectivism, introducing into Marxist thought the problematics of a viewpoint irreducible and antagonistic to the viewpoint of the science of capital, complemented by the unrestricted advocacy of a political accelerationism of struggles, in the pursuit of forms of organization immanent to the class's own behavior that intensify conflict against the capitalist system. We will see that in the context of the 1960s and 1970s, this perspectivism and accelerationism took shape through practices of refusal of work, advocated by operaists against the Marxist orthodoxy of the official workers' movement of the period. As we will demonstrate in the thesis, these two elements constitute the basis of a marxian, worker, and proletarian science, termed by Negri as the science of crisis and subversion. Thus, we argue that Negri's don’t departure from operaist analysis in the transition from the 1960s to the 1970s than advocates a continuation of the method, seeking to read the transformations in the class occurring in the period, in the form of his hypothesis of the transition from the mass worker to the social worker, as a result of a crisis in the measure of the law of value, destroying the keynesian Planner-State and constituting the State-form of the Crisis-State. The thesis employs a method of historical exposition of concepts; therefore, we will analyze the philosophies of Raniero Panzieri, who, by introducing the problematics of worker autonomy as a refusal to integrate into capital development, and Mario Tronti, who systematizes in "Workers and Capital" the perspectivist thesis of the Copernican turn, are fundamental thinkers in critical dialogue with Negri in the period, as well as take an overview of the journals Quaderni Rossi and Classe Operaia, which developed the methodology of co-research and workers' inquiry, and the revolutionary organization Potere Operaio, which pushes to the limit the problematics of organization in the first phase of operaism towards the Autonomy movement of the 1970s, which will be analyzed for posing a series of new problems and new subjects of struggles that force the updating of the operaist method. All these aspects are inseparable from Negri's operaist-autonomist experience in the period, which ends with the state repression of the Italian social movement and Negri's imprisonment. Finally, the thesis, by presenting a series of concepts such as refusal of work, proletarian self-valorization, crisis of the law of value, among others, philosophically debates a line of Marxism that is still marginal in contemporary thought discussions and provides a series of useful mechanisms for analyzing transformations in class composition.

Questa tesi propone un'analisi del pensiero operaista-autonomista di Antonio Negri, cercando di dimostrare che il metodo di analisi operaista, sviluppato da Negri e da altri pensatori negli anni '60 e '70 in Italia, è uno strumento metodologico marxiano adeguato per studiare le trasformazioni interne, sia della composizione di classe e della soggettività, sia dele trasformazioni strutturali del capitale e, di conseguenza, riesce ad analizzare le mutazioni, le discontinuità, le rotture e le fratture nelle forme di lotta, nei soggetti che incarnano tali lotte e nelle modalità di conflitto nel capitalismo. Il nostro obiettivo è dimostrare che l'operaismo italiano ha costituito un prospettivismo operaio e proletario, introducendo nel pensiero marxiano la problematica di un punto di vista irriducibile e antagonista rispetto al punto di vista della scienza del capitale, completato dalla difesa irrestritta di un'accelerazione politica delle lotte, nella ricerca di forme di organizzazione immanenti al comportamento stesso dela classe che intensifichino il conflitto contro il sistema capitalista. Vedremo che nel contesto degli anni '60 e '70, questo prospettivismo e accelerazionismo hanno preso forma attraverso pratiche di rifiuto del lavoro, difese dagli operaisti contro l'ortodossia marxista del movimento operaio ufficiale del periodo. Come dimostreremo nella tesi, questi due elementi costituiscono la base di una scienza marxiana, operaia e proletaria, definita da Negri come scienza della crisi e della sovversione. Pertanto, sosteniamo che Negri non rompa tanto com l'analisi operaisti, nel passaggio dagli anni '60 ai '70, quanto continui il metodo, cercando di leggere le trasformazioni nella classe che avvenivano nel periodo, nella forma della sua ipotesi del passaggio dall'operaio massa all'operaio sociale, come risultato di una crisi dela misura della legge del valore, distruggendo lo Stato-Piano keynesiano del capitalismo pianificato e costituendo la forma-Stato dello Stato-Crisi. La tesi utilizza un metodo di esposizione storica dei concetti, pertanto, analizzeremo le filosofie di Raniero Panzieri, che, introducendo la problematica di un'autonomia operaia come rifiuto dell'integrazione allo sviluppo del capitale, e Mario Tronti, che sistematizza in "Operai e Capitale" la tesi prospettivistica della svolta copernicana, sono pensatori fondamentali nel dialogo critico com Negri nel periodo, così come faremo una panoramica sulle riviste Quaderni Rossi e Classe Operaia, che hanno sviluppato la metodologia della co-ricerca e dell'inchiesta operaia, e sull'organizzazione rivoluzionaria Potere Operaio che spinge al limite la problemática dell'organizzazione nella prima fase dell'operaismo verso il movimento dell'Autonomia degli anni '70, che sarà analizzato per porre una serie di nuovi problemi e nuovi soggetti delle lotte che costringono all'aggiornamento del metodo operaista. Tutti questi aspetti sono inseparabili dall'esperienza operaista-autonomista di Negri nel periodo, che termina con la repressione statale del movimento sociale italiano e l'arresto di Negri. Infine, la tesi, presentando uma serie di concetti come il rifiuto del lavoro, l'autovalutazione proletaria, la crisi della legge del valore, tra gli altri, discute filosoficamente una linea del marxismo ancora marginale nella discussione del pensiero contemporaneo e fornisce una serie di meccanismi utili per l'analisi delle trasformazioni della composizione di classe.